giovedì 10 novembre 2011

Strana cosa un libro

E' come quando si conosce una persona.
A volte non lo sai perché ti piace, o meglio lo sai benissimo: ti piace perché ti assomiglia.
Ed è come quando incontriamo qualcuno per la prima volta; stiamo lì a guardare che scarpe porta, che giacca indossa o come ha i capelli.
Ne sfogliamo la copertina.
Però se andiamo oltre le apparenze, se cominciamo a sfogliare le pagine potremmo accorgerci che ci sono più cose, e diverse da come le avevamo immaginate.
Un libro si legge come se fosse una persona che ci racconta una storia. E in fondo quello è, anche se chi l'ha scritta non c'è più da tempo.
E allora abbandoniamoci al racconto, entriamo in un mondo che non era nostro ma che alla fine sarà anche parte di noi, e se il libro sarà ben scritto ci dimenticheremo anche di mangiare, non vorremo andare a dormire per sapere quello che succede dopo, e con dispiacere vedremo assottigliarsi le pagine che rimangono.
Non capita spesso di trovare libri così e si potrebbe pensare che non ce ne siano più. Ma stiamo tranquilli, ce ne sono e ce ne saranno ancora, anche se a volte pochi li riconoscono.
Perché l'autore è sconosciuto, perché gli editori sono ciechi, perché i lettori sono distratti e leggono solo le cose che consiglia la pubblicità, perché non esiste il libro perfetto.
Ma neanche le persone lo sono e spesso ci piacciono proprio per quello.

Ma noi siamo lettori come si deve e non ci facciamo fuorviare da consigli interessati.
Ci mettiamo comodi davanti alla finestra, con il libro che abbiamo scelto, e ci addentriamo in un mondo fatto di tanti piccoli segni neri che messi insieme creano persone, storie, luoghi e sensazioni.
E alla fine, come per le note di una sinfonia, non sono più semplici pallini neri su un foglio, ma qualcosa che prima non esisteva e che adesso fa parte di noi.
Noi che leggiamo e che dobbiamo solo goderci la storia, ridere, commuoverci, e pensare. E ricordarci che il libro è un amico che non cambia. Se ne sta lì, zitto zitto finché non abbiamo ancora bisogno di lui.
Siamo noi a cambiare, perché è il nostro destino, e a volte ci allontaniamo da questi nostri amici silenziosi, ma anche dopo anni finiamo prima o poi per ritornare, un po' più ricchi e un po' più poveri.
Ricordando sempre che: “Il vero povero è colui che in un giorno di pioggia sta chiuso in casa e non sa leggere.”

Francesco

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