martedì 29 giugno 2021

Post lungo

 Questo è un post lungo, ma ogni tanto ci vuole.


Buona lettura, se vi va.


Non c’è più l’educazione di una volta.

Tanti anni fa, ero giovane e inesperto allora, dopo alcuni racconti, scrissi il mio primo romanzo. Una volta finito, cominciai a cercare un editore.

Mi capitò sotto mano un romanzo pubblicato dalla casa editrice Sellerio, di Palermo.

Mi piacque e ingenuamente infilai il mio manoscritto in una busta e lo spedii.

Poi rimasi in attesa di una risposta.

Figurati, stai fresco ad aspettare, penserà qualcuno.

Invece no.

Dopo circa un mese mi arrivò una lettera nella quale mi si diceva che il romanzo non era adatto alla pubblicazione, troppo ingenuo e da migliorare. Ma si capiva che almeno l’avevano letto.

Era una lettera su carta intestata dell’editore, scritta a macchina. Allora non c’erano email e computer.

Alla fine mi auguravano buona fortuna e mi invitavano a non scoraggiarmi.

Mai una lettera di rifiuto fu così apprezzata.

Ancora la conservo fra le mie carte più preziose.

Ma il meglio deve ancora venire.

Era firmata dalla Signora Elvira Sellerio, di sua mano!

Pensate, fra le tante cose più importanti che sicuramente aveva da fare, trovò il tempo per rispondere a un ragazzo, perfetto sconosciuto, che si permetteva di inviare un suo scritto a una casa Editrice giustamente rinomata come la sua.

Quando ho scritto Signora, non era per caso. Che fosse una gran Signora, lo dimostrò anche quella volta.

Adesso veniamo ai nostri giorni.

Si sta diffondendo sempre di più la pessima abitudine di non rispondere ai messaggi.

E sì che un cellulare, un tablet, c’è l’hanno quasi tutti, in tasca o nella borsa.

Niente da fare, non rispondono.

Puoi essere discreto, poco invadente, educato, ma non rispondono lo stesso.

Spesso neanche si rendono conto che il mittente lo sa se hanno letto.

Whatsapp ha le famose spunte blu, Messenger mostra una piccola icona con la foto profilo del destinatario.

Insomma, non si può far credere che il messaggio si sia perso chissà dove nei meandri di Internet.

Se una persona ti scrive, educatamente, puoi anche educatamente rispondere di no, che non puoi fare quello che ti chiede, che sei troppo occupato con il lavoro… Si può fare, non è difficile. Tutti abbiamo il sacrosanto diritto di dire no, ma è brutto ignorare fingendo di non aver ricevuto il messaggio.

Ovviamente mi riferisco a messaggi educati e una tantum, non a stalker. Per quelli c’è il blocco.

Tornando agli editori o peggio, agli editor, ormai neanche ti rispondono e la cosa triste è che non puoi neanche collezionare le lettere (email) di rifiuto, come potevano fare gli scrittori di una volta.

Va bene, la finisco qui.

Sarebbe bello se si imparasse a rispettarci un po’ di più.

A rispondere ai messaggi, a rispondere alle telefonate o richiamare quando possibile, oppure scrivere che non abbiamo tempo in quel momento.

La cosa triste, è che ormai si preferisce far finta che l’altra persona non esista, come quando davanti al supermercato il ragazzo che chiede l’elemosina ti dice “ciao capo! Buongiorno!”

Molti tirano avanti come se non avesse parlato nessuno. Questa è la peggiore offesa per un essere umano. Non hai soldi da dargli, può succedere, ma un saluto, un ciao, non si nega a nessuno.

Non è bontà, ma qualcosa di più.

È l’educazione che stiamo perdendo.

Non sono più i tempi di Elvira Sellerio.


Francesco Pomponio