giovedì 10 novembre 2011

Orsobianco e Netturbino


Deve esistere il libro per ragazzi?
No.
Quello per bambini, con gli orsetti e le paperelle, è ammissibile, ma un ragazzo di 12-13 anni che decide in piena autonomia di provare l'avventura di leggere, non può trovare certe idiozie sulla sua strada, già così accidentata da libercoli scritti e stampati solo per venderli alle zie che non sanno cosa regalare per natale.
Care zie, ma dategli i soldi, no? Almeno si comprano quello che gli pare.
Non “Le avventure di Orsobianco e Netturbino”.

Perché i veri libri che i ragazzi dovrebbero leggere non furono scritti per i ragazzi.
L'isola del tesoro, I tre moschettieri, Oliver Twist, Piccole Donne, Cime Tempestose, non erano libri per ragazzi.
Il piccolo Principe non è un libro per ragazzi.
E' vero che ormai è diventato quasi odioso per come è stato saccheggiato da tutti i “formatori” di aziende. Le quali invece di scegliersi i dipendenti come si deve, sperano di farli diventare buoni sottoponendoli a cumuli di scemenze e banalità pagate a caro prezzo a gente che ogni giorno è la conferma vivente del detto: “Non sai fare niente? Mettiti a fare il consulente.”

Ma tornando ai ragazzi, fategli leggere quello che vogliono, e se si scontreranno con Ulisse di Joyce, tanto meglio. Può darsi che gli piaccia oppure che lo mettano da parte per gli anni a venire, ma almeno sapranno che un giorno è esistito un tizio che ha impiegato più di mille pagine per descrivere una giornata. E forse qualcosa da dire doveva averlo.
Oppure sbatteranno contro Proust e si leggeranno tutti i volumi, senza annoiarsi e passando alla storia come quei pochi che hanno davvero letto la “Recherche”.

E che si fottano Orsobianco e Netturbino.
Insieme a tutti quei vampiri, che invece di succhiare il sangue a chi di dovere, succhiano soldi alle zie.      

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