giovedì 10 novembre 2011

Se io fossi un lettore


In realtà lo sono, ma non tutto va come vorrei. Questo è quello che mi piacerebbe.
1) Vorrei che i libri fossero scritti pensando a me e non ai critici o agli amici dell'editore.
2) Vorrei poter acquistare, anche ordinandoli, libri non più in catalogo.
3) Alle presentazioni dei libri vorrei non sentirmi un estraneo in mezzo a parenti e amici dello scrittore.
4) Non vorrei vedere gli scrittori che amo farsi intervistare in TV e dire banalità senza senso o spiegare quello che volevano dire con il loro libro, anzi “la loro opera” come amano dire. Se non ti capiscono è segno che ti sei spiegato male. E sentire sciocchezze come quelle delle candidate a miss Universo che chiedono tutte “la pace nel mondo”. Ma almeno quelle sono belle ragazze.
5) Non vorrei che i libri costassero per forza poco, ma che valessero quello che costano.
6) Non mi lamenterei sempre che la gente legge poco. La gente ha sempre letto poco perché per leggere bisogna usare il cervello. E spesso è faticoso.
7) Vorrei avere più tempo per leggere.
8) Non vorrei più sentirmi dire che sono antiquato perché preferisco i libri di carta, che posso mettere in biblioteca dopo averli letti. E prenderci appunti, e farci le orecchie.
9) Non vorrei dover lasciare un Kindle o un iPad a mio figlio.
10) Non presterei i libri, perché non tornano più indietro.
11) Non chiederei libri in prestito perché se non li compri neanche li leggi.
12) Continuerei a regalare libri, per le feste. Anche se lo so che i miei nipoti mi odiano.
13) Vorrei che i piccoli editori continuassero a cercare per me i veri nuovi scrittori, che di sicuro ci sono. Quelli grandi sono ormai “librifici”.
14) Vorrei che non facessero il film prima che io abbia letto il libro.
15) Mi piacerebbe che i giornalisti non rivelassero la trama del libro che recensiscono.
16) Vorrei che gli scrittori la smettessero di credere che noi lettori acquistiamo i libri perché se ne è parlato in TV e sui giornali dei critici loro amici.
17) Vorrei che gli scrittori si rifiutassero di registrare interviste che poi andranno in onda alle due di notte.
18) Mi piacerebbe che gli editori, oltre ai contenuti, com'è ovvio, curassero di più la stampa e la rilegatura. E che “aprire un libro” significasse quello che significava un tempo e non pagine che volano sparse.
19) Se fossi un lettore butterei nel cestino i libri senza anima, quelli scritti per accontentare le mode del momento. Del calciatore, dell'attrice, o del giornalista famoso.
20) Se fossi un lettore mi piacerebbe che nelle case ci fosse uno spazio per i libri, anche piccolo. Perché i libri che ti cambiano la vita sono pochi. Gli altri arredano e basta.
21) Vorrei che su ogni libro ci fosse un indirizzo, meglio se email, per scrivere all'autore e dirgli se il suo libro mi è piaciuto oppure no.
22) E infine mi piacerebbe che gli scrittori apprezzassero anche le critiche e si ricordassero che pubblicare non significa solo avere il nome sulla copertina. Pubblicare significa saper accettare i complimenti senza sentirsi un dio. E le critiche, senza sentirsi un dio.
E stasera aprirò un altro libro, comprato ieri.
Sperando che sia quello che, se non mi cambierà la vita, mi faccia almeno passare una serata con qualcuno migliore di me.

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