domenica 4 dicembre 2011

Non mi piacciono i libri...


Non mi piacciono i libri con troppe parole in corsivo, troppe parentesi, tonde, quadre e graffe. Con i verbi messi in tempi diversi nella stessa frase, perché fa figo, con i personaggi che hanno i nomi in inglese per lo stesso motivo di prima.
E non mi piacciono i libri dove ogni poche pagine trovi citazioni di canzoni rock che il lettore potrebbe anche non conoscere e che piacciono solo all'autore e ai suoi amici, forse.
Non mi piacciono i libri con le frasi in maiuscolo. Se bisogna ricorrere ad artifici tipografici per farsi capire, vuol dire che nel testo c'è qualcosa che non va.
E non mi piacciono i libri di quelli che credono che il dialogo sia tutto e più parolacce ci sono più è moderno. Dove non sai mai chi dice cosa e ti tocca tornare indietro e contare le frasi per saperlo.
Ed evito i libri di quelli che invece credono che le descrizioni siano tutto, e ti propinano dieci pagine di seguito, senza una frase che faccia respirare il testo.
E odio quelli che scrivono i titoli dei capitoli con "uno", "due" eccetera. Come se i numeri fossero ormai fuori moda. O peggio quelli che danno il titolo al capitolo con la prima frase del capitolo stesso. Come per le arie nelle opere liriche.
Essere originali significa altro.
E infine evito quelli che credono di rivoluzionare una lingua che neanche conoscono bene.
E come disse Picasso: "Ci ho messo una vita per imparare a disegnare come un bambino."
Ma lui sapeva dipingere davvero.

Francesco

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